La parte più funzionale del barografo è senza dubbio la capsula aneroide, cioè la membrana metallica sensibile alla variazione di pressione.
Nelle capsule aneroidi di vecchio tipo, fatte di ottone o argentana, le due basi (le membrane) erano sottilissime e molto flessibili, per cui la capsula era munita di molla antagonista interna, oppure di molla di richiamo esterna.
Nei tipi recenti, le molle non sono più presenti, ed è lo stesso materiale costituente le capsule (rame al berillio, o acciaio di adatte caratteristiche) che sopporta e registra
le variazioni di pressione atmosferica.
Il collegamento tra la capsula ed il sistema di leve comprende spesso una lamina bimetallica per
eliminare le influenze di temperatura sulle indicazioni dello strumento (talvolta si ottiene il medesimo scopo lasciando nell’interno dell’elemento sensibile una piccola e ben dosata quantità di aria secca).
Il resto dei sistemi del barografo non ha subito molte innovazioni dall'invenzione dello stesso ai giorni nostri, visto che si tratta di un rotolo di carta graduato azionato da un meccanismo a orologeria e di una pennina scrivente.
fonte: http://freedom.dicea.unifi.it/Claroline-1.3.1/N067IAT/document/alcuni_appunti/atmos_basics_dry.pdf
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